DEFORESTAZIONE IN MADAGASCAR
Il debbio
La tecnica agricola del debbio, conosciuta localmente come tavy, rappresenta una parte importante della cultura e dell’economia della popolazione malgascia. Il tavy è usato soprattutto per trasformare le foreste pluviali del Madagascar in risaie. Solitamente vengono abbattuti 4000 o 8000 metri quadrati di foresta; il terreno viene incendiato e viene riseminato a riso. Dopo uno o due anni di produzione, il terreno viene lasciato inutilizzato per 4-6 anni prima che il procedimento sia ripetuto. Dopo due o tre di questi cicli, il suolo è ormai deprivato dei suoi nutrienti e il terreno è disseminato di arbusti stentati o erba. Sui pendii, questo tipo di vegetazione spesso non è sufficiente a tenere ancorati i terreni, facendo dell'erosione e delle frane un vero problema.
Per molti malgasci il tavy è il metodo più conveniente per provvedere alle proprie famiglie. Tra queste persone, la cui sopravvivenza quotidiana è sempre in questione, c’è davvero poca preoccupazione per le conseguenze a cui le proprie azioni possono portare a lungo termine. Dal loro punto di vista, finché c’è ancora della foresta a disposizione per essere tagliata, è meglio approfittarne prima che lo faccia qualcun altro. La pratica del tavy per le coltivazioni di riso ha legami spirituali e culturali che trascendono il valore economico e nutrizionale del riso come semplice coltura.
Disboscamento per il legname
La pratica del disboscamento per produrre legname costituisce un problema soprattutto nelle foreste pluviali del Madagascar orientale, specie nella penisola di Masoala. L’alto valore del legno duro per i malgasci (soprattutto dell’ebano e del palissandro, che possono fruttare fino a 2000 dollari alla tonnellata sui mercati internazionali) fa del disboscamento illegale un problema rilevante in alcune aree protette.
Produzione di legna da ardere e carbonella
Le foreste spinose endemiche del Madagascar vengono abbattute a velocità allarmante per produrre carbonella. Per poter guadagnare vendendo carbonella lungo le strade nel Madagascar sudoccidentale, la popolazione locale ricorre alla più vicina fonte, che, in questo caso, è quasi sempre la magnifica pianta di Alluadia.